lunedì 5 settembre 2011

L' -IO MASCHIO- PENNUTO

Cosa distingue un uomo da un maschio d'anatra in una fattoria?

Questa profondissima domanda sociologica di parallelismi nel mondo animale, ha fatto capolino nel tardo pomeriggio tra le altre mie mille riflessioni quotidiane (perché ho sempre lo sguardo da triglia al cartoccio, come mai sto sempre sui siti delle compagnie aeree e ho voglia continua di fuggire, perché il mio gatto è iper arrapato e "monta" tutto, e non lavora come commesso IKEA).

La risposta alla sopracitata domanda è : NULLA, a parte l'ammasso di piume del sotto-coda (anche se a volte ho incrociato uomini che nel sotto CODA avevano tonnellate di lana di pecora appena tosata e aggrovigliata).

Reduce da una escursione in un agriturismo, dove ho notato che l'ANATRO ha sempre tante belle pennute che lo seguono e fanno tutto ciò che lui decide di fare, ho avuto l'illuminazione: il bipede umano, con meno piume ed altrettanti neuroni, vorrebbe avere il codazzo di ochette sine neurone, prive di autodeterminazione, di intelletto, di capacità cognitive, pronte ad ubbidire e a non prendere mai strade diverse.

Il maschio in questione, ha 6 belle anatre bianche che lo adorano, lo seguono in fila, e vanno dove dice lui, dal sentiero, all'abbeveratoio, al forno.
Ed ecco cosa spinge l'umano ad agire nella stessa maniera: l'idea di avere più donne disposte a tutto per lui, va a compensare ciò che gli manca da qualche altra parte, magari l'autostima, magari una sicurezza affettiva, magari anni ed anni di sfiga, oppure centimetri..... madre natura o elargisce in abbondanza, o è proprio stronza.

Alchè, l' IO ANATRA e l' IO MASCHIO, seguono la stessa retta parallela: si circondano di pennute poco intelligenti, le portano in giro per anni, e le fanno finire al forno con le patate poiché, essendo troppo idiote, si fidano di lui.

Io sono nata GATTO, e le anatre me le mangio con tutto il becco!!!!

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