Cosa distingue un uomo da un maschio d'anatra in una fattoria?
Questa profondissima domanda sociologica di parallelismi nel mondo animale, ha fatto capolino nel tardo pomeriggio tra le altre mie mille riflessioni quotidiane (perché ho sempre lo sguardo da triglia al cartoccio, come mai sto sempre sui siti delle compagnie aeree e ho voglia continua di fuggire, perché il mio gatto è iper arrapato e "monta" tutto, e non lavora come commesso IKEA).
La risposta alla sopracitata domanda è : NULLA, a parte l'ammasso di piume del sotto-coda (anche se a volte ho incrociato uomini che nel sotto CODA avevano tonnellate di lana di pecora appena tosata e aggrovigliata).
Reduce da una escursione in un agriturismo, dove ho notato che l'ANATRO ha sempre tante belle pennute che lo seguono e fanno tutto ciò che lui decide di fare, ho avuto l'illuminazione: il bipede umano, con meno piume ed altrettanti neuroni, vorrebbe avere il codazzo di ochette sine neurone, prive di autodeterminazione, di intelletto, di capacità cognitive, pronte ad ubbidire e a non prendere mai strade diverse.
Il maschio in questione, ha 6 belle anatre bianche che lo adorano, lo seguono in fila, e vanno dove dice lui, dal sentiero, all'abbeveratoio, al forno.
Ed ecco cosa spinge l'umano ad agire nella stessa maniera: l'idea di avere più donne disposte a tutto per lui, va a compensare ciò che gli manca da qualche altra parte, magari l'autostima, magari una sicurezza affettiva, magari anni ed anni di sfiga, oppure centimetri..... madre natura o elargisce in abbondanza, o è proprio stronza.
Alchè, l' IO ANATRA e l' IO MASCHIO, seguono la stessa retta parallela: si circondano di pennute poco intelligenti, le portano in giro per anni, e le fanno finire al forno con le patate poiché, essendo troppo idiote, si fidano di lui.
Io sono nata GATTO, e le anatre me le mangio con tutto il becco!!!!
Va bene applicarsi, va bene fissarsi con uno stile o fissarsi nel perseguire il proprio fine di diventare una grande danzatrice o una buona insegnante, però a certi livelli (bassi) si rasenta il ridicolo.
E soprattutto la danza del ventre è un focolaio di antagonismo e un'associazione a delinquere vista l'enorme quantità di denaro che vi circola.
Un abito costa in media 300 euro, determinati rivenditori lo spacciano per D'ALTA CLASSE e lo fanno pagare addirittura 600/700 euro, millantando competenze sartoriali di coloro che tagliano e cuciono le stoffe da 4 soldi. Per non parlare di accessori e simili: una spada, se ti dice bene, 60 euro, le ali vanno dai 60 euro in su e non sempre sono di buona qualità, i cimbali costano 25 euro (e se prendi la sòla 15 euro ma suonano di cacca), etcetc.
Oltre a questo reciclo di denaro messo su da ex estetiste o da bancarellare da mercato, c'è l'obbligo morale o anche imposto di partecipare a determinate manifestazioni: gli stage con i professionisti, costano 80 euro a lezione, con quelli più scadenti di meno. E occhio: di scadenti ce ne sono a bizzeffe in giro.
Allo stage di Riccione mi sono fatta 2 conti: le vere professioniste sono quelle che vincono medaglie e restano umili. Ho visto tanti nomi blasonati rivelarsi delusioni immonde, ballare male, insegnare male.... Invece chi è rimasto più nel cuore di chi ha assisitito alle varie lezioni, sono stati gli/le insegnanti che, consci della loro bravura e professionalità, non hanno dovuto dimostrare attraverso gesti teatrali il loro talento.
E soprattutto la danza del ventre è un focolaio di antagonismo e un'associazione a delinquere vista l'enorme quantità di denaro che vi circola.
Un abito costa in media 300 euro, determinati rivenditori lo spacciano per D'ALTA CLASSE e lo fanno pagare addirittura 600/700 euro, millantando competenze sartoriali di coloro che tagliano e cuciono le stoffe da 4 soldi. Per non parlare di accessori e simili: una spada, se ti dice bene, 60 euro, le ali vanno dai 60 euro in su e non sempre sono di buona qualità, i cimbali costano 25 euro (e se prendi la sòla 15 euro ma suonano di cacca), etcetc.
Oltre a questo reciclo di denaro messo su da ex estetiste o da bancarellare da mercato, c'è l'obbligo morale o anche imposto di partecipare a determinate manifestazioni: gli stage con i professionisti, costano 80 euro a lezione, con quelli più scadenti di meno. E occhio: di scadenti ce ne sono a bizzeffe in giro.
Allo stage di Riccione mi sono fatta 2 conti: le vere professioniste sono quelle che vincono medaglie e restano umili. Ho visto tanti nomi blasonati rivelarsi delusioni immonde, ballare male, insegnare male.... Invece chi è rimasto più nel cuore di chi ha assisitito alle varie lezioni, sono stati gli/le insegnanti che, consci della loro bravura e professionalità, non hanno dovuto dimostrare attraverso gesti teatrali il loro talento.
A parte lo stage, dove ho assistito alle peggio leccate di chiappe da parte di improbabili danzatrici (come se il talento si possa recepire attraverso le papille gustative della lingua e possa essere profuso dalle cellule del culo altrui), mi sono fatta altri 2 conti (tra un po' prendo il diploma da ragioniere): chi proprio non è portato, deve prendere la danza per quello che è, ovvero un'attività da fare a tempo perso.
Se sei una scopa che va a tempo, non sei una danzatrice. E' inutile applicarsi: sempre scopa resti. Se il pubblico poco istruito sulla danza, ti applaude, non è perchè sei brava, ma perchè hanno intravisto una coscia e si sono eccitati. La bravura è altro.
Per fortuna che, girovagando un po' da un'insegnante all'altra, ne ho trovata una davvero brava.
Per fortuna che, girovagando un po' da un'insegnante all'altra, ne ho trovata una davvero brava.
Lucky me.